Romagnano al Monte, la malinconia di un paese fantasma

Con i suoi 9 km² di estensione Romagnano al Monte (SA) risulta essere il secondo più piccolo Comune cilentano (lo scettro spetta ad Ispani con i suoi 8,3 km²) e tra i 5 comuni della Campania meno popolati.

L’antico centro storico fatto di vicoli e stradine, tutto disseminato di scalini, risulta infatti attualmente disabitato a causa del sisma del 1980. Gli abitanti decisero infatti di abbandonare completamente quel centro abitato trasferendosi poco distante. Oggi il borgo abbandonato appare immobile, unico e affascinante. Una volta entrati nel paese si ha l’impressione che tutto si sia fermato, in alcune case addirittura sono ancora presenti flash di vita passata, mobili e suppellettili lasciati dagli abitanti in fuga dal terremoto. Molte case sono ancora agibili, alcune intatte, altre invece logorate dal tempo e dal sisma.

Il Presidente della Repubblica con il decreto del 21 novembre 2005 ha conferito al comune di Romagnano al Monte la medaglia d’oro al merito civile con la seguente motivazione:

In occasione del disastroso terremoto del 23 novembre 1980, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del proprio tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, economico e produttivo. Mirabile esempio di valore civico ed altissimo senso di abnegazione.

Da visitare il Mulino ad acqua in località Carpenino e le diverse zone di interesse naturalistico presenti nel territorio, come  le gole del già citato fiume Platano e il corso del fiume Bianco. Le gole del fiume Platano si presentano infatti come un profondo canyon scavato dall’acqua nella bianca roccia calcarea. Nel periodo primavera-estate, quando il fiume è in magra, è possibile attraversarlo a piedi. Dalla confluenza tra il fiume Platano e il fiume Melandro ha origine il fiume Bianco, il cui nome si dice sia dato dal colore bianco delle rocce calcaree che formano il suo letto. 

Gli eventi organizzati riguardano soprattutto la sfera religiosa, come la Festività della Madonna del Rosario e la Festività della Santa Patrona Madonna del Carmine. In particolare la solennità della festa patronale in onore della Madonna del Carmine ha luogo l’ultima domenica di Luglio. Il lunedì in albis di ogni anno inoltre la venerata icona, ora conservata nella Matrice, viene processionalmente portata nella sua antica cappella, a circa cinque chilometri dal paese, ove farà poi ritorno, sempre in forma processionale, la seconda domenica di maggio.

Da menzionare anche la Fiera dell’artigianato e dei prodotti locali, detta del Palazzo, che si svolge ad ottobre. Non mancano chalet, agriturismi e ristoranti dove è possibile assaporare i prodotti tipici della cucina cilentana come salumi, olio extra vergine d’oliva, vini, pasta e dolci fatti in casa. Natura incontaminata, cibi genuini, soggiorno rilassante e a basso costo rappresentano le maggiori attrattive di questo piccolo centro, che nei suoi particolari raccoglie quanto c’è di più universale.

Daniela Siano