Scuole paritarie e servizio pre-ruolo: la Corte UE verso il riconoscimento dei diritti dei docenti

Riconoscimento del servizio pre-ruolo nelle scuole paritarie: verso una svolta europea?

Sono circa 300.000 i docenti italiani che attendono con trepidazione la sentenza della Corte di Giustizia Europea sul riconoscimento del servizio pre-ruolo svolto nelle scuole paritarie. Una questione che tocca il cuore del principio di non discriminazione e che potrebbe avere un impatto economico stimato in 2,5 miliardi di euro.

Attualmente, il servizio prestato nelle scuole paritarie è valido per il punteggio nelle graduatorie, ma non viene riconosciuto ai fini della ricostruzione di carriera e degli scatti stipendiali una volta che il docente entra di ruolo nella scuola statale. Questo ha generato una disparità di trattamento tra insegnanti che, pur avendo svolto le stesse mansioni e possedendo le medesime competenze, si vedono riconosciuti diritti diversi.

Nel 2023, il Tribunale di Padova ha sollevato la questione davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, chiedendo se la normativa italiana violi il principio di uguaglianza tra lavoratori dello stesso settore. Il riferimento è alla clausola 4 dell’Accordo Quadro sui contratti a tempo determinato e agli articoli 20 e 21 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE.

Nel giugno 2025, l’Avvocato Generale della Corte di Giustizia UE ha espresso un parere che potrebbe cambiare le carte in tavola: secondo lui, il servizio svolto nelle scuole paritarie deve essere considerato equipollente a quello statale, in quanto entrambe le tipologie di scuole fanno parte del sistema pubblico di istruzione. Sebbene il parere non sia vincolante, ha un forte peso nelle decisioni della Corte e potrebbe orientare la sentenza definitiva, attesa per l’autunno.

Se la Corte darà ragione ai ricorrenti, l’Italia dovrà modificare la normativa e riconoscere retroattivamente il servizio pre-ruolo, con un impatto economico stimato in 2,5 miliardi di euro. Nel frattempo, i docenti interessati sono invitati a interrompere la prescrizione quinquennale sulle differenze retributive, inviando una diffida formale al Ministero.

In attesa della decisione definitiva, gli esperti legali consigliano ai docenti di interrompere la prescrizione quinquennale sulle differenze retributive, inviando una DIFFIDA al Ministero.