Generazione Alpha – nativi digitali, adolescenti del futuro

Generazione alpha: nati dal 2010 in poi, sono i veri nativi digitali. I bambini della generazione alpha sono nati con l’iPad e Instagram

e sono i figli dei Millennials. Per loro non è mai esistito un mondo privo di tecnologia e in questa passano le loro primissime interazioni, i giochi e l’apprendimento. Il loro nome è stato ideato dal demografo Mark McCrindle. Gli altri nomi proposti sono stati: Gen TechNet TechGlass Generation, poiché tengono sempre le dita sullo schermo di qualche dispositivo elettronico. Infatti è proprio questa la differenza tra la generazione alpha e quelle che la precedono. La generazione y ha vissuto la tecnologia come un cambiamento a cui adattarsi. La generazione z invece è fiorita in un mondo dove sono ampiamente diffuse la tecnologia e le relazioni digitali. Infine la generazione alpha vive la tecnologia come parte integrante dell’esistenza.

Altissima efficienza, bassissima memoria

Dunque la generazione alpha è stata abituata fin dalla nascita a una molteplicità di messaggi senza precedenti. Un imprinting che secondo neuroscienziati e psicologi influirà sul modo in cui penseranno e agiranno. “Il cervello è un organo plastico che si modifica in modo costante con le nostre esperienze e negli ultimi anni gli stimoli provenienti dal mondo digitale sono aumentati esponenzialmente. Questi bambini hanno una capacità di passare da un compito all’altro per noi impensabile: sono rapidi nel cogliere le informazioni dai media, cambiano schermo e supporto in un attimo. Un’efficienza altissima a cui però si contrappone una diminuzione dell’attenzione e della capacità di memorizzazione, cioè di archiviare informazioni”. (Andrea Cortesi)

Come se la caveranno nello studio?

Come se la caveranno allora, i piccoli Alpha a scuola e nello studio? “Fare previsioni è difficile. Probabilmente, i deficit di attenzione li porteranno ad avere maggiori difficoltà nelle materie che richiedono una concentrazione prolungata e basate per lo più̀ su una didattica tradizionale come la lettura di manuali e libri di testo. Saranno fortissimi, invece nella comprensione intuitiva e in generale, nell’apprendimento multimediale, che mescola materiali e codici diversi, dai video ai testi, dalle mappe ai grafici”. (Andrea Cortesi) Quali possono essere le strategie per raggiungere il giusto equilibrio tra intuizione e concentrazione?

Memoria e nozionismo

Se i bambini alpha sono veloci, intuitivi e multitasking, un po’ di merito va alla tecnologia. L’imprinting digitale delle nuove generazioni può essere sicuramente un vantaggio, ma non è privo d’insidie. Basti pensare al costante aumento dei disturbi da deficit dell’attenzione, che abbiamo precedentemente accennato. Oggi tutto è più immediato e la conoscenza è a portata di click, ma tutta questa facilità agisce negativamente sulla capacità di memoria. Se in uno smartphone sono contenute intere vite, foto, filmati, appunti, numeri di telefono, è bene non separarsene mai. Oggi le persone non ricordano il proprio numero di telefono, né quello dei genitori e senza un supporto tecnologico sono davvero perdute. Siamo sicuri che un po’ di studio mnemonico e di sano e vecchio nozionismo sia del tutto inutile per le nuove generazioni?

Socialità, non social…

Di fronte all’inesorabile avanzata dei social, veicolati dagli immancabili smartphone, i bambini di oggi vivono una ridotta socialità in presenza. Non ci riferiamo all’epidemia o alla DaD, ma alla tendenza , da parte di tutte le generazioni, di preferire lo smartphone alla conversazione. A cena con i telefoni, a letto con i telefoni, in bagno con i telefoni… non staremo esagerando? I bambini hanno bisogno di stare con i coetanei anche al di fuori dei contesti istituzionalizzati: la scuola è fatta per lo studio e i campi sportivi per la competizione. Bisognerebbe allora riscoprire i parchi e le ville comunali, popolati soltanto nei fine settimana, quando genitori e figli non lavorano.

Mens sana in corpore sano

Perché molti bambini sono costretti a praticare sport agonistici già in tenera età. È così che i loro genitori colmano le velleità sportive e/o artistiche frustrate. Dunque una parte dei bambini è costretta a praticare, con risultati spesso fantozziani, sport che odia. E il resto della generazione alpha? A casa a rimbambirsi davanti al tablet o alla console dei videogiochi. Non va dimenticato che la percentuale di obesità infantile è costantemente in aumento. “Mens sana in corpore sano” dicevano gli antichi e se oggi obesità infantile e disturbi neuropsicologici sono in aumento, sarebbe il caso di porci qualche domanda. Ma forse basterebbe lasciare che i bambini si incontrino, giochino liberamente, si divertano e tornino a sporcarsi i vestiti, come i loro genitori facevano da piccoli.

Una velocità da gestire

I ragazzi delle nuove generazioni sono simili ma allo stesso tempo molto diversi tra di loro, pur appartenendo alla stessa fascia di età. “Hanno storie di vita molto diverse e anche interessi e obiettivi personali e professionali diversi. Hanno però una cosa che li accomuna: la velocità … di comunicare, di capire, di entusiasmarsi, di cambiare idea, di sognare, di arrabbiarsi e di riappacificarsi… una velocità che non è necessariamente sinonimo di superficialità, ma che va comunque gestita, capita e allenata per essere sempre produttiva e costruttiva. Questo è il grande compito anche di un genitore che si confronta con la crescita della nuova generazione“. (Ivana Simeone)

Francesco Martini