La scelta giusta: un errore da cui partire

Se c’è una cosa che non manca al giorno d’oggi è la possibilità di non farsi mancare nulla, occupare il proprio tempo compiendo un centinaio di cose.

La sfida, però, diventa scegliere, essere soddisfatti della propria scelta. Oggi più che mai scegliere significa escludere una marea di alternative possibili. Più aumentano le alternative a disposizione, più diventa ingombrante e ossessiva la domanda delle domande, ovvero: ”Ma avrò fatto la scelta giusta”?
Non è mai facile capire quello che è giusto fare dal momento in cui è difficile comprendere quello che senti di voler fare, ed è proprio qui che entriamo in tilt. Dinanzi ad una quantità esorbitante di scelte si tende a perdere l’orientamento, ci si sente confusi, tentando da qualsiasi cosa: si perdono di vista le sensazioni, il proprio volere
reale, quello non condizionato da tutto ciò che ci circonda. Si va sempre in crisi quando si tratta di scegliere qualcosa e quindi, parallelamente, escludere qualcosa altro.
Analogamente questo processo avviene anche davanti alle scelte più piccole, quelle quotidiane. Si finisce nel provare a fare tutto senza mai godersi qualcosa, si viene a creare uno “zapping” compulsivo.
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“A ogni essere umano è stata donata una grande virtù: la capacità di scegliere. Chi non la utilizza, la trasforma in una maledizione – e altri sceglieranno per lui. ”   (Paulo Coelho)
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vere tante alternative di scelta a propria disposizione permette a tutti quanti i gusti esistenti, che hanno residenza all’interno della nostra mente, di essere soddisfatti. Il problema però sta nel capire quale sia il gusto da compiacere, quale sia il proprio palato personale. Poi, se ad ogni scelta deriva il pensiero disturbante di ciò che hai scartato e
che, guarda caso, quell’esclusione tende ad evolversi nell’ipotetica strada su cui la nostra vettura mentale era pronta a dirigersi, si attua un negativismo cognitivo, sinonimo di inferiorità.
È diventato davvero complicato concentrarsi su sé stessi, forse una delle cose più difficili da fare oggi, che siamo costantemente perennemente disturbati e distratti. La concentrazione si reca sempre dalla parte sbagliata: finisce sempre verso ciò che non si è scelto anziché verso ciò che si è scelto, finisce sempre verso ciò che non si ha anziché su ciò che si ha. Credo che un po’ tutti siamo, chi più chi meno, malati di insoddisfazione e facciamo un’estrema fatica a concentrarci su quello che abbiamo, così come, si va in crisi quando si tratta di scegliere la cosa giusta per noi, tra tutte le cose potenzialmente positive che vediamo.
Ecco, forse, il problema sta proprio qui, sta proprio in questa frase “scegliere la cosa giusta”: una frase che sentiamo ripetere e che ci ripetiamo a nostra volta di continuo. Come si fa a sapere in anticipo, prima di averla vissuta, ancor più che prima di averla presa, se una scelta è quella giusta? E come si fa a dire che è giusta prima ancora di averla verificata sulla propria pelle? Forse la frase “scegliere la cosa giusta” è sbagliata.
Essa è la frase peggiore da cui parlare quando si tratta di scegliere qualcosa perché alla fine non puoi capire se una cosa ti riguarda finché non ci sei dentro. Finché non ti ci immergi con tutto te stesso non puoi sapere se quell’università, quella scuola, quel film, della serie tv è giusta per te. Finché non ti immergi con tutta la testa, con tutto il corpo, all’interno del suo mondo, all’interno di quello che effettivamente è, non potrai mai capirlo.
 
La frase scegliere la cosa giusta”, ci porta a credere che esista una regola matematica per selezionare la strada fatta su misura per sé e scartare tutte le altre, ci fa credere che si possa preventivamente sapere dove si trovi la carta vincente e invece, forse, non esistono realmente delle scelte giuste.
Esistono solo delle scelte più adatte di altre e per trovarle, l’unica cosa da fare è ignorare la matematica, dimenticare la possibilità di finire esattamente al proprio posto in maniera consapevole, ordinata, precisa e preventivata. Bisognerebbe semplicemente lasciarsi trascinare perché spesso il ragionamento migliore che si possa fare è quello che non ammette previsioni, calcoli e prospettive.
In fondo, ogni scelta, qualunque essa sia, ha i suoi pro e i suoi contro. La vita è tutta una questione di pro e contro, di luce e di buio, di più e di meno, continuamente alternati tra loro. Perché infine, se ci pensi bene, è quello che sei a determinare le tue scelte o sono le tue scelte a determinare quello che sei? Non farti condizionare, sii libero”.
 
Gaetano Sorbo