TUMORE AL SENO: PREVENZIONE E CURE

Ogni anno in Italia sono circa 50mila le nuove diagnosi di tumore al seno. 

Grazie alla diagnosi precoce, oggi la percentuale di sopravvivenza a cinque anni ha raggiunto l’85,5% (dati AIOM e AIRTUM, I numeri del cancro in Italia 2016).  L’arma più efficace che le donne hanno contro questo nemico silenzioso è dunque la prevenzione: l’individuazione precoce e le cure tempestive consentono di poter arrivare ad una percentuale di sopravvivenza altissima.

Il tumore al seno è un insieme di cellule “impazzite” che crescono in maniera incontrollata e si replicano continuamente, senza rispondere al naturale ciclo cellulare che termina con l’apoptosi (morte cellulare programmata). Il carcinoma mammario nasce nella ghiandola mammaria e allo stadio iniziale resta confinato nel tessuto adiposo del seno (stadio 1), successivamente il tumore diffonde nelle immediate vicinanze (stadio 2), per poi arrivare ai tessuti della parete toracica (stadio 3) e purtroppo poi diffondersi alle altre parti del corpo (stadio 4) in quest’ultimo caso il tumore è già in stadio avanzato e metastatico.

La riuscita delle terapie è influenzata dallo stadio in cui la neoplasia si trova nel momento in cui viene effettuata la diagnosi. Inoltre esistono diverse tipologie di tumore al seno che rispondono diversamente alle terapie. La prevenzione inizia dallo stile di vita e continua nei controlli senologici periodici e negli esami strumentali. Il non fumare, non bere alcolici in eccesso, un’alimentazione sana, basata su una dieta mediterranea ricca di frutta e verdura, pesce e olio di oliva a crudo, così come una moderata attività fisica hanno una buona efficacia preventiva.

È di fondamentale importanza per l’individuazione precoce l’eseguire controlli periodici, che iniziano con l’autopalpazione del seno e dopo i trent’anni con controlli senologici periodici a cadenza annuale, ecografici fino ai 40 anni e mammografici poi ogni 1-2 anni, secondo consiglio del proprio senologo di fiducia.

Il tumore al seno è una patologia multifattoriale dovuta a diverse cause. Diversi sono i fattori di rischio associati all’insorgenza della malattia tra cui gli ormoni estrogeni. Per cui si consiglia di prestare particolare attenzione all’utilizzo della pillola contraccettiva e delle terapie sostitutive post -menopausa (preferibili quelle che contengono anche progestinici e non solo estrogeni), nonché ai trattamenti ormonali volti alla ricerca di una gravidanza. In alcuni casi incide negativamente la familiarità, che è dovuta a variazioni genetiche ormai conosciute, tra cui quelle a carico dei geni oncosoppressori BRCA-1 BRCA-2.

Le opzioni terapeutiche partono dalla chirurgia, radioterapia, ormonoterapia e le ultime terapie biologiche più mirate e personalizzate. Sarà l’oncologo a valutare quale terapia o combinazione di terapie è più opportuno attuare. Comunque la speranza di guarigione, grazie ai progressi scientifici, è alta.

Dr.ssa José Petraglia

Esperta in comunicazione e divulgazione scientifica
Abilitata alla professione di Farmacista