Iqbal, il sindacalista bambino

In tutto il mondo si celebra oggi la Giornata contro la schiavitù infantile, in memoria del piccolo Iqbal Masih. 

Dodici dollari, questo è il prezzo dell’inizio di una schiavitù senza fine. Nato nel 1983 in Pakistan, Iqbal Masih ha quattro anni quando suo padre decide di venderlo a un fabbricante di tappeti. Iqbal diventa così uno dei tanti bambini che tessono tappeti in Pakistan, uno dei tanti bambini picchiati, sgridati e…incatenati al loro telaio.

Dopo cinque anni Iqbal e altri bambini escono di nascosto dalla fabbrica di tappeti per assistere alla celebrazione della giornata della libertà organizzata dal Fronte di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato (BLLF). In questa occasione Iqbal conosce Eshan Ullah Khan, leader del BLLF, così comincia a raccontare la sua storia sui teleschermi di tutto il mondo, diventando simbolo e portavoce dei bambini lavoratori.

A 12 anni Iqbal può finalmente imparare a leggere e a scrivere, decide di impegnarsi nella lotta di liberazione di tanti altri coetanei che vivono la sua stessa sorte: sogna di diventare avvocato per poter difendere i deboli e gli indifesi. Riceve una borsa di studio dalla Brandeis University ma la rifiuta per rimanere nel suo paese ad aiutare i suoi amici. Ma la sua notorietà finirà per nuocergli: per la sua attività di denuncia le autorità pachistane sono costrette a chiudere decine di fabbriche di tappeti. La storia della sua libertà diventa tragicamente breve. Il 16 aprile 1995 gli sparano a bruciapelo mentre corre in bicicletta nella sua città natale Muridke. Molti dettagli di quella tragica domenica di Pasqua sono rimasti poco chiari…

Come Iqbal ancora oggi in Pakistan 6 milioni di bambini sotto i 10 anni sono sfruttati; come in Pakistan così in tanti altri paesi del mondo. È proprio per loro che Iqbal continua a vivere: il “sindacalista dei bambini” è stato fermato, ma non la sua causa:

Mi batterò non solo per liberare me stesso e i miei compagni di sventura dalle catene in cui mi trovo. Non solo quelle che colpiscono i bambini, ma anche gli adulti, perché non può esserci benessere per i bambini finché gli adulti saranno offesi e sfruttati. Vi abbraccio, vostro Iqbal. (Tratto dal testamento di Iqbal)

Daniela Siano