Nuove forme di comunicazione e cambiamenti sociali

La svalutazione dell’apprendimento e della comunicazione nati dall’esperienza diretta e dalle relazioni quotidiane e reali.

La rivoluzione nel sistema della comunicazione e dell’informazione, il desiderio irrinunciabile di partecipare alla “cultura globale”, hanno fatto sì che il mondo dell’uomo sia andato oltre lo spazio immediato delle relazioni in cui una persona è coinvolta fisicamente fino a raggiungere l’intero pianeta.

Secondo il sociologo Anthony Giddens la modernità, e l’insieme delle nuove tecnologie che si porta dietro, ha prodotto uno svincolamento delle nostre azioni dal tempo e dallo spazio. Il sociologo ha quindi coniato il termine disembedding per descrivere uno dei processi tipici della società contemporanea: l’enuclearsi dei rapporti sociali dai contesti locali di interazione e il loro ristrutturarsi attraverso archi di spazio – tempo indefiniti. Tale analisi fa della “disaggregazione” la principale caratteristica delle relazioni interpersonali nelle società contemporanee e multiculturali.

L’elemento costitutivo dell’ambiente sociale diventa l’informazione e le nuove tecniche di comunicazione, eliminando lo spazio e il tempo, creano nuove possibilità di vicinanza e nuove forme di coinvolgimento in quello che il sociologo Marshall McLuhan già negli anni ‘60 del secolo scorso definì con l’ossimoro villaggio globale: ciò che in passato aveva dimensioni e distanze enormi, grazie all’innovazione delle comunicazioni è ora a portata di mano sempre e subito.

La natura di questo tipo di relazioni resta però ambigua, perché se i mezzi di comunicazione di massa sono in grado di portare una sensibilizzazione collettiva su singoli eventi o tematiche che travalicano i confini delle nazioni, resta comunque difficile pensare che le nuove tecnologie possano ricreare tra estranei quelle condizioni di stabilità e fiducia reciproca che sono tipiche delle relazioni comunitarie.

Un secondo tipo di risposta alla domanda sulla natura delle nuove comunità globali si limita ad identificare le forme di interazione legate ai nuovi mezzi di comunicazione con particolare attenzione per le reti telematiche. Le interazioni in rete sono state descritte come relazioni comunitarie e solidaristiche, capaci di creare forti legami affettivi di tipo egualitario, indifferenti alle gerarchie sociali e allo status che normalmente influenzano la vita sociale. L’accesso alla nuove tecnologie richiede capacità formali, competenze e disponibilità economiche e di tempo che di per sé operano una selezione rigida dei partecipanti per non parlare della precarietà, fluidità e rischi opportunistici delle relazioni digitali, che si basano sull’anonimato. Inoltre la comunità cosmopolita del villaggio globale non solo richiede la padronanza di molteplici capacità, ma, a dispetto della visione utopica di una molteplicità di culture che convivono pacificamente e paritariamente, non è incolore in quanto è legata a specifici modelli culturali occidentali.

Daniela Siano