Cultura e Attualità

Padula, viaggio nel patrimonio dell’Unesco

Padula è situata al limite sud orientale del Vallo di Diano (SA), su un colle a circa 700 m sul mare, tra i picchi della Serra Longa e del Rifugio della Forestale sui Monti della Maddalena.

Il suo nome deriva molto probabilmente dal latino medievale Paludem (palude). In passato infatti nella pianura sottostante si stendeva una palude. Alla sua nascita contribuirono i monaci Basiliani, come testimoniano la chiesa di S. Nicola de Domnis e i ruderi dell’antico Monastero di S. Nicola al Torone. Nel 1296 Tommaso II Sanseverino entrò in possesso di Padula, rendendosi promotore della fondazione della famosissima Certosa di San Lorenzo (conosciuta anche come Certosa di Padula) che nei secoli assunse le grandiosi fattezze che ancora oggi possiamo ammirare. Oggi la Certosa ospita il museo archeologico provinciale della Lucania occidentale, che raccoglie una collezione di reperti provenienti dagli scavi delle necropoli di Sala Consilina e di Padula. Il museo copre un periodo che va dalla preistoria all’età ellenistica. Nel 1998 la Certosa di San Lorenzo, la più grande d’Italia, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Nel periodo risorgimentale ha cullato e visto crescere molti spiriti liberali, ma ha anche conosciuto la tragica fine dei trecento seguaci di Carlo Pisacane. Come in tutto il meridione, l’unità nazionale venne vista con sospetto e contro i Piemontesi insorsero i briganti, espressione del malcontento popolare.

Agli inizi del XX secolo la popolazione locale cominciò a emigrare verso le Americhe. Esempi di valenti cittadini dai natali padulesi distintisi all’estero furono Giuseppe Joe Petrosino, il poliziotto divenuto simbolo e mito della lotta alla mafia italoamericana a New York, e Francesco “Frank” Valente, fisico, candidato al Nobel e facente parte del Team che contribuì alla creazione dell’atomica.

Daniela Siano