“Il decreto sui ristori per le attività colpite dall’ultimo DPCM è l’occasione per correggere un errore commesso
con i provvedimenti varati nei mesi scorsi: l’esclusione dei professionisti dall’accesso ai contributi a fondo perduto. L’emergenza COVID ha duramente colpito le partite iva, e tra queste i liberi professionisti, figure fondamentali per supportare imprese e cittadini, che scontano la carenza di tutele riconosciute ai soli lavoratori dipendenti. I professionisti non hanno potuto accedere ai contributi a fondo perduto del decreto rilancio, eppure hanno dovuto far fronte ad un calo degli incassi e ad un aumento di costi per organizzare lo smart working e mettere in sicurezza i luoghi di lavoro. AEPI rappresenta quasi 14mila professionisti, oltre a 300mila microimprese, in tutta Italia, lavoratori che chiedono sia loro riconosciuta pari dignità” così Mino Dinoi, presidente di AEPI, la Confederazione delle associazioni europee di professionisti e imprese.