Civico 23 – chiusura della mostra “Interni”

Inaugurata il 10 Febbraio 2024 negli spazi della galleria “Civico 23”, oggi 24 Febbraio termina “Interni” la personale di Emanuele Gregolin .

L’artista di Saronno, durante la sua attività espositiva trentennale a partire dal 1997, si è mosso tra diversi temi e soggetti: il tema della figura, il tema del corpo, il tema dei ritratti, il tema del paesaggio e il tema degli interni.

Secondo Gregolin, chiunque ha una testimonianza da dare e da offrire e l’artista, in particolare, ha il dovere di lasciare dei segni che catturino l’attenzione e portino a fermarsi a riflettere. Egli lo fa con gli “interni” che sono gli spazi della nostra vita, gli interni che abitiamo e viviamo, che ci rispecchiano e ci somigliano. Questi hanno una valenza ambivalente: da un lato sono legati al mondo personale di Gregolin dove gli oggetti (come una sedia, un quadro, una scrivania) sono simboli del vivere dello stesso artista, “sono oggetti che utilizza e vive nel suo quotidiano e che lui colloca all’interno dello spazio e dall’altro sono legati ad una forma di irrazionalità che si intravede in una forma d’arte fatta di segni e veloce che gioca sui colori e sulle forme”. In quest’ultimo aspetto è evidente il richiamo ai grandi della storia dell’arte come Matisse (nell’uso signico del colore così d’impatto per le tonalità utilizzate), Bacon o Cézanne (nel richiamo e nel ritorno alle forme geometriche essenziali): lui prende e trasfigura tutto questo e lo rilegge in forme personali ed originali.

Quello degli interni è un tema a lui molto caro, infatti vi si è dedicato dagli anni ’90: definisce gli interni le “scatole della vita” ed ogni tela da lui dipinta un racconto, dove i segni che inserisce vanno scoperti e letti. Ed in questi “interni” spesso appaiono anche altri temi a lui cari come il paesaggio testimoniato dalla presenza, all’interno di questi, di paesaggi (ad esempio in un quadro oppure attraverso una finestra che si affaccia su di un paesaggio). “Questi interni hanno un valore emotivo e sentimentale perché raccontano il Mediterraneo, il suo amore per l’arte, il racconto delle cose con cui lui stesso ha un rapporto intimo”, come egli stesso aveva affermato durante l’inaugurazione della mostra.

Nel corso del tempo ha poi raggiunto una forma sempre più sintetica dei suoi racconti perché l’artista è in continuo mutamento e ciò è stato evidente nelle opere proposte ed esposte durante la mostra, esse seguono questa sua evoluzione. Il suo mondo è fatto di rimandi che invitano l’osservatore a fermarsi e a riflettere. Questa mostra ha segnato un gradito ritorno di Gregolin sulle scene del Sud Italia in quanto l’ultima fu a Napoli nel 2014, quindi è stato un ritorno molto gradito sia dall’artista sia dal pubblico.

Chiara Avallone