FOIBE: USCIAMO DAL SILENZIO

Alla ricerca della verità storica sulle esecuzioni fatte in Istria durante l’insurrezione popolare antifascista del 1943.

Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell’Istria che fra il 1943 e il 1947 furono gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani. Per quasi cinquant’anni il silenzio della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe istriane. È una ferita ancora aperta “ perché, ricorda Sabbatucci, è stata ignorata per molto tempo”. Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha dedicato la giornata del ricordo ai morti nelle foibe.

Da Milano a Roma oggi l’Italia ricorda le sue vittime. Alla Camera interviene la presidente Laura Boldrini e i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari. La ricorrenza del 10 febbraio viene ricordata anche in Campidoglio, con la deposizione da parte del sindaco Virginia Raggi di una corona d’alloro al Milite Ignoto. I segretari della Lega Nord e di Fdi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, sono invece al sacrario di Basovizza a Trieste. Celebrazioni anche a Cagliari, Oristano e Assemini.

L’Onmic è stata compartecipe con la forza delle sue idealità alle manifestazioni in ambito nazionale per testimoniare che la brutalità dell’istinto deve lasciare il posto alla ragione dell’amore, della comprensione e della solidarietà nei confronti dei fratelli di razza, religione e cultura diverse dalla propria. “Leggiamo ogni giorno negli altri quello che è in noi”. È questo il commento del prof. Vincenzo Siano, Presidente Nazionale dell’Onmic. “La diversità va vista e vissuta come valore e non come elemento discriminante; il ricordo non deve essere solo una celebrazione di testimonianza passiva ma deve accendere in ogni essere umano la consapevolezza di far parte di unico grande progetto di condivisione umana”.

Francesco Martini