Gli occhi delle donne – non solo 8 marzo

Sono bambine, ragazze, donne. Hanno sguardi spenti che sanno di grigio. Sono vittime, talvolta vengono definite istigatrici. Sono ragazze come tutte le altre e per sempre diverse da tutte le altre.

Sono le bambine che subiscono violenze. Sono le ragazze soggette ad abusi. Sono le donne stuprate.

Una donna su cinque, tra i quindici e i quarantacinque anni, è vittima di uno stupro; più della metà di queste donne ha subito violenze tra le mura domestiche; sono statistiche che fanno tremare, eppure non è questo il dato più preoccupante, bensì la percentuale delle donne che denunciano: solo l’8%, il restante 92% non lo fa per vergogna, per paura di non essere credute, per coprire lo stupratore, che spesso è nel contesto familiare.

Le ragazze che non parlano e non denunciano, vivono in una situazione di profondo disagio con se stesse e con gli altri. Al mattino hanno l’inquietante certezza di ciò che è successo e la sera, posando la testa sul cuscino sanno già che incubo le aspetta; e non avranno mai la possibilità di dimenticare, né tanto meno di avere giustizia. Sono le ragazze che avvertono il ghiaccio del loro cuore nella gola, quando cercano di raccontare e ogni giorno muoiono tacitamente, sapendo che chi le ha derubate continuerà ad uccidere altre donne e a ferire anche loro stesse.

E se queste ragazze muoiono dentro, perché il loro assassino non dovrebbe essere trattato come tale? I pochissimi stupratori condannati scontano al massimo tre anni di carcere; dopo tre anni questi mostri sono liberi, liberi di commettere di nuovo quel delitto. Si è parlato di castrazione chimica, ma è soltanto una soluzione temporanea. Gli psicologi criminali affermano infatti, che senza una adeguata terapia, gli stupratori, sempre recidivi, continuerebbero a molestare. Soluzioni senza soluzioni e intanto, ogni donna stuprata sa che non avrà mai giustizia.

Abbiamo la stessa mente,

la stessa anima, lo stesso cuore,

rispettiamoci con amore,

l’amore è una speranza,

l’amore è una magia,

che arriva con un lampo

e mai se ne va via.

 

Accarezzandoci con odio,

accarezzandoci con amore,

sembra un’orchestra, ma solo di dolore.

Cala il silenzio in stanza,

il dolore non c’è più,

l’orchestra è finita

e c’è ora speranza quaggiù

ti vedo dietro le sbarre,

fredde e incolore

ti vedo impaziente,

mentre io cerco amore.

 

Guardandoti negli occhi

Vedo disonore, non amore

I tuoi occhi esprimono freddezza,

ma vorrei vedere dolcezza,

le donne vanno amate

e non vanno picchiate,

bisogna volersi bene

e stare sempre insieme.

 

Uomo devi stare calmo!

Anche la donna è forte

E tu non puoi portarla alla morte.

Le donne hanno diritti,

tutti quanti state zitti!

La maggior parte degli uomini ha menti contorte

E alle donne non posson scegliere la sorte.

 

Salvo le mie speranze,

mi faccio una vita nuova,

sono piena di vita ora,

sono troppo felice,

non aspetto ancora.

Poesia scritta dalle ragazze di III E della scuola Secondaria di I Grado di Castiglione del Genovesi (SA)
 

Francesco Martini