Litania: Pino Lauria scuote Salerno

Continua la stagione espositiva di “Civico 23” con un susseguirsi di mostre e artisti contemporanei provenienti dal panorama italiano e internazionale.

L’ultimo in ordine di tempo è l’artista lucano Pino Lauria. Artista poliedrico, Lauria nasce dalla pittura accademica, ma è con la sperimentazione di diversi e nuovi materiali (tra cui soprattutto pelli, metalli e legno) assemblati al colore della pittura tradizionale che trova la sua dimensione.

Artista mai scontato e prevedibile, al “Civico 23” ha deciso di andare oltre, di aggiungere un nuovo tassello al suo percorso artistico e di portare delle riproduzioni che suscitano e richiedono l’attenzione da parte dell’osservatore. Si tratta di opere a stampa su carta fotografica ruvida firmata e stampate da “Fine Art Hahnemühle” (azienda molto rinomata nel campo): per preservare e proteggere queste opere l’artista ha scelto di utilizzare un vetro spesso 2 mm sul fronte e del plexiglass sul retro.

Piano Lauria è un artista diretto, d’impatto che non nasconde e non si nasconde ed è soprattutto un artista che si evolve continuamente, passando da un materiale all’altro, da un mezzo all’altro. In quest’ottica deve essere vista questa mostra e le opere qui presentate.

Le opere a stampa sono di medie dimensioni, dai colori nitidi e vivaci; gli sfondi su cui si stagliano le persone qui raffigurate sono soprattutto sfondi scuri (a parte qualche sfondo chiaro) e ciò consente loro di “emergere dal buio”, quasi ad “uscir fuori” dal supporto che li accoglie e non li intrappola. Questo sfondo nero/scuro le mette in risalto e parla attraverso loro come fosse un secondo protagonista; lo sfondo chiaro invece che accompagna una donna con gli occhi semichiusi le crea attorno una dimensione quasi onirica o “divina”, come richiama il titolo stesso “Simulazione Divina” e porta l’osservatore in una dimensione di serafica tranquillità psicologica e forse anche sensoriale.

Ci sono poi due stampe in particolare che richiamano l’attenzione, due che presentano uno sfondo “reale”: una presenta un uomo bendato con una benda rossa mentre l’altra una donna dai capelli ricci mossi dal vento. Cosa ricorda la posa dell’uomo bendato da questa benda rossa che risalta rispetto agli altri colori presenti, appoggiato ad una colonna? Ricorda il “San Sebastiano di Aigueperse” (1480) di Andrea Mantegna e qui attualizzato, ma l’elemento che crea un legame con la tradizione è presente ed la colonna. Invece la giovane donna dai capelli ricci di origine africana emerge dai rami di un olivo, coronata da una corona che richiama quella di spine di Cristo: ecco che ritorna il richiamo al “divino” che caratterizza molte delle pose degli individui presentati alla mostra.

Nel percorso di questa mostra quindi, l’osservatore viene catturato dalle opere presenti ed è richiamato a prestare una silenziosa e contemplativa attenzione, a porsi forse delle domande ed ad entrare in una dimensione di quieta preghiera o forse litania.

Chiara Avallone