Quando il lavoro fa male – Anche nel 2019 numeri insoddisfacenti

Lavoro e infortuni: un binomio che pare tragicamente indissolubile se si considerano i  rischi sui luoghi di lavoro.

Lo rivela una analisi INAIL, presentata su un periodico dell’istituto, che prende in considerazione, come ogni anno, le denunce di infortunio e le morti sul lavoro.

Nel 2019, dati INAIL, gli infortuni denunciati sono stati 468.698, 227 in più rispetto alle 468.471 dei primi nove mesi del 2018 (+0,05%).

Ma perché sono i giovani quelli che si infortunano di più mentre lavorano, più di quanto non accada ai loro colleghi adulti? I giovani sono particolarmente a rischio perché non possiedono l’esperienza, la formazione e la consapevolezza di un lavoratore adulto. Le più frequenti cause di infortunio per i giovani lavoratori sono legate, infatti, a mestieri per i quali i giovani non hanno ricevuto una formazione o una supervisione adeguata o all’uso di macchinari o di sostanze pericolose.

A questo si aggiunge la precarietà del lavoro: chi non è sicuro di conservare il posto teme infatti di mandare segnali negativi su di sé al datore di lavoro in caso di lamentele o dubbi riguardo la sicurezza. Una ricerca della GIOC (Gioventù operaia cristiana) ha chiarito che in molte aziende non si ritengono meritevoli di formazione sulla sicurezza proprio le basse qualifiche, quelle che poi vengono adibite a mansioni semplici ma pericolose.  A volte sono anche gli atteggiamenti personali di sfida – commenta Mario Marchio, ispettore sicurezza lavoro – più presenti nei giovani che negli anziani, a contribuire, insieme alle situazioni lavorative rischiose, nel formare la miscela pro-infortuni.

I livelli di formazione e informazione sui rischi da lavoro, sono, inoltre, scarsi e disomogenei. Ma cosa si può fare per assicurare ai giovani una maggiore “protezione? “Si ottiene essenzialmente con la formazione e l’informazione sui rischi e le politiche di tutela – dice Elena Battaglini, ricercatrice dell’IRES. Si tratta di favorire, tra le imprese, una cultura della sicurezza che sia considerata come un vantaggio competitivo, in termini di qualità del lavoro e, quindi, di qualità dei processi e dei prodotti e non come vincolo alla libertà dell’imprenditore.

DENUNCE DI INFORTUNIO

Le denunce di infortunio presentate all’Inail entro lo scorso mese di settembre sono state 468.698, 227 in più rispetto alle 468.471 dei primi nove mesi del 2018 (+0,05%).

I dati rilevati al 30 settembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un incremento solo dei casi avvenuti “in itinere”, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, passati da 70.180 a 72.199 (+2,9%), mentre quelli “in occasione di lavoro” registrano un calo dello 0,4% (da 398.291 a 396.499).

Nei primi nove mesi di quest’anno il numero degli infortuni denunciati è diminuito dello 0,3% nella gestione Industria e servizi (dai 373.247 casi del 2018 ai 372.286 del 2019), mentre è aumentato dello 0,2% in Agricoltura (da 24.579 a 24.633) e dell’1,6% nel Conto Stato (da 70.645 a 71.779).

A livello territoriale l’analisi evidenzia una diminuzione delle denunce di infortunio sul lavoro nel Nord-Ovest (-0,1%), nel Nord-Est (-0,5%) e al Sud (-0,6%), mentre nel Centro e nelle Isole l’aumento è stato pari, rispettivamente, all’1,3% e allo 0,7%.

  • Tra le regioni che hanno fatto registrare le flessioni percentuali maggiori spiccano il Molise (-6,0%) e la Valle d’Aosta (-2,7%). Gli incrementi più consistenti sono invece quelli della Sardegna (+3,4%) e dell’Umbria (+2,3%).

Il lieve aumento delle denunce che emerge dal confronto dei primi nove mesi del 2018 e del 2019 è legato esclusivamente alla componente femminile, che registra un +0,4% (da 164.950 a 165.686 denunce), a differenza di quella maschile, in diminuzione dello 0,2% (da 303.521 a 303.012).

Per i lavoratori extracomunitari si registra un incremento degli infortuni denunciati pari al 4,4% (da 58.414 a 60.957), mentre le denunce dei lavoratori italiani sono in calo dello 0,5% (da 391.392 a 389.280) e quelle dei comunitari dell’1,1% (da 18.662 a 18.449).

Dall’analisi per classi di età emergono aumenti tra gli under 30 (+2,5%) e tra i 50 e 69 anni (+1,8%). In diminuzione del 2,8%, invece, le denunce dei lavoratori della fascia 30-49 anni, nella quale rientra oltre il 40% dei casi registrati.  (Fonte INAIL)

CASI MORTALI

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di settembre sono state 780, 54 in meno rispetto alle 834 dei primi nove mesi del 2018 (-6,5%).

Questa flessione – comunque non rassicurante – è legata soprattutto agli incidenti plurimi, con cui si indicano gli eventi che causano la morte di almeno due lavoratori. Tra gennaio e settembre dello scorso anno, infatti, gli incidenti plurimi hanno causato 67 vittime, contro i 34 morti dello stesso periodo di quest’anno.

Il raffronto appare poco significativo. Oltre la metà dei 67 decessi in incidenti plurimi dei primi nove mesi del 2018, infatti, è avvenuta nel solo mese di agosto, funestato dai due incidenti stradali occorsi in Puglia, a Lesina e Foggia, in cui hanno perso la vita 16 braccianti, e dal crollo del ponte Morandi a Genova, con 15 casi mortali denunciati all’INAIL.

A livello nazionale, dai dati rilevati al 30 settembre di ciascun anno emerge una riduzione di 36 denunce per i casi mortali occorsi “in itinere” (da 253 a 217) e di 18 per quelli avvenuti “in occasione di lavoro” (da 581 a 563). Il decremento ha interessato tutte le gestioni, a partire dall’Industria e servizi, con 45 denunce in meno (da 715 a 670), seguita dall’Agricoltura, con cinque casi in meno (da 105 a 100 casi), e dal Conto Stato, con quattro decessi in meno (da 14 a 10).

L’analisi territoriale mostra una diminuzione delle denunce di infortuni con esito mortale nel Nord-Ovest (da 223 a 199), nel Nord-Est (da 211 a 184) e al Sud (da 179 a 168), e un aumento nel Centro (da 156 a 161) e nelle Isole (da 65 a 68). A livello regionale spiccano i decrementi rilevati in Liguria e Veneto (-21 casi mortali denunciati per entrambe) e gli incrementi nel Lazio (+12) e nella provincia autonoma di Bolzano (+10).

L’analisi di genere, nel confronto tra i primi nove mesi del 2019 e del 2018, mostra un andamento decrescente per entrambi i sessi: 43 casi mortali in meno per gli uomini (da 760 a 717) e 11 in meno per le donne (da 74 a 63). Segno meno anche per le denunce di infortunio con esito mortale dei lavoratori italiani (da 698 a 637) ed extracomunitari (da 97 a 96), mentre tra i comunitari si registrano otto casi in più (da 39 a 47).

L’analisi per classi di età mostra flessioni tra gli under 20 (-6 decessi), nella fascia 30-44 anni (-29) e in quella 55-69 anni (-73), a fronte di due morti in più per i lavoratori tra i 20-29 anni e di 55 in più per quelli tra i 45 e i 54 anni.  (Fonte INAIL)

 

Francesco Martini