Lavoro e natalità: diventa sempre più difficile conciliare lavoro e famiglia

Otto donne su 10 dichiarano di aver subito conseguenze negative sulla vita lavorativa dopo la nascita del figlio.

Questi i dati emersi dalla ricerca “Aziende e natalità in Italia”, realizzata dall’Osservatorio Famiglie di Sfera MediaGroup, a cura di Federico Gilardi, in occasione della seconda edizione degli Stati Generali della natalità, la più grande manifestazione italiana dedicata al contrasto della crisi demografica organizzata dalla Fondazione per la natalità, presieduta da Gigi De Palo.

Più del 60% (e il 35% in modo molto importante) delle donne rispondenti alla ricerca ha dichiarato che la paura di conseguenze negative sul lavoro, e in particolare la difficoltà di conciliazione tra lavoro e famiglia, ha ritardato la loro scelta di avere figli. 

Dalla ricerca emerge infatti come le aziende, sfavorendo o non esprimendo una posizione chiara sul tema e non attivando strumenti di welfare dedicati, alimentino le paure delle future mamme. Più virtuose in tema di welfare, spiega una nota, sono le piccole aziende e quelle del Centro-Sud, maglia nera il Nord-Ovest. 

Tra gli elementi rilevati si evidenzia inoltre che i papà non rinunciano al lavoro per stare accanto alla mamma: solo il 40% dei neo-papà ha usufruito del congedo di paternità di 3 giorni (portato solo successivamente a 10 giorni), meno del 10% prende più di una settimana di ferie e, anche per motivi culturali, solo una parte molto marginale accetterebbe una sostituzione tra congedo materno e paterno.

Insostituibili si confermano invece i nonni, fondamentali per il 67% dei genitori per poter far fronte alla gestione dei figli: durante il lavoro, nelle emergenze, per gli impegni scolatici o anche solo per ritagliarsi uno spazio di riposo.