L’Arte della (R)Esistenza all’Officina

Domenica 29 maggio 2022 ore 10:00, all’Officina delle culture “Gelsomina Verde” di Scampia (NA), si discuterà di Arte e (R)Esistenza,

in occasione del Campus di Antimafia sociale di R-Esistenza Anticamorra, nel quale si confronteranno sensibilità e coscienze campane e calabresi. Alla manifestazione parteciperanno il dott. Ciro Corona, Cavaliere della Repubblica e presidente dell’associazione (R)Esistenza anticamorra; il prof. Giancarlo Costabile dell’UNICAL; la prof.ssa Rossella FrandinaITTL “M. Ciliberto” di Crotone; l’artista Amedeo Sanzone. È prevista la partecipazione di rappresentanti istituzionali. Durante l’evento sarà inaugurato il Murale dell’accoglienza, realizzato dall’artista McNenya, un nome noto della street art internazionale. Ad arricchire di forme, colori e contenuti la manifestazione, sarà presente la pittrice e storica dell’Arte Paola Quatrale, che inaugurerà la sua personale di pittura FridA(O)m, un omaggio all’icona messicana Frida Kahlo.

Paola Quatrale reinterpreta alcuni autoritratti della Kahlo, per veicolare un messaggio di resistenza e di libertà, per mettere a punto la lotta contro ogni forma di discriminazione, soprattutto quella di genere e delle minoranze, che si sono ribellate all’imperialistico ‘machismo’ occidentale. I volti della Kahlo, ri-tratti da PQ – così firma le sue tele la prof.ssa Quatrale – spesso evocano, negli abiti, negli ornamenti, nelle acconciature dei capelli, la coscienza, la forza e la sensibilità delle donne tehuane, un richiamo a quella cultura matriarcale di Tehuantepec, simbolo della cultura zapoteca, e delle culture precolombiane, che ancora resistono nelle regioni messicane del Sud, simbolo dei Sud del mondo, che non si sono piegati allo spietato strapotere ‘mafioso’ dei conquistadores. Inoltre, le opere esposte hanno per fondo un particolare, un elemento che richiamano alla selva, a quella Selva Lacandona della confinante regione del Chiapas. La Selva del subcomandante Marcos e dell’EZLN. Pertanto non si tratta di ritratti ma di atti rivoluzionari. Non a caso, Frida aveva affermato, con disarmante naturalezza: di essere «nata – come sottolinea la prof.ssa Paola Quatrale, storica dell’arte e studiosa della Kahlo – con una rivoluzione. […] Sono nata nel 1910. Era estate. Di lì a poco Emiliano Zapata, el Gran Insurrecto, avrebbe sollevato il sud. Ho avuto questa fortuna: il 1910 è la mia data». Una rivoluzione che ci vede tutti coinvolti, che riguarda tutti, soprattutto le minoranze oppresse. Proprio come dichiarava il Subcomandante dell’esercito del popolo zapatista: «Marcos è un gay a San Francisco, un nero in Sudafrica, un asiatico in Europa, un Chicano a San Ysidro, un anarchico in Spagna, un palestinese in Israele, un indio maya negli stretti di San Cristobal, un ebreo in Germania, uno zingaro in Polonia, un mohawk in Quebec, un pacifista in Bosnia, una donna sola in metropolitana alle dieci di sera, un contadino senza terra, un membro di una gang in una baraccopoli, un operaio senza lavoro, uno studente infelice e, naturalmente, uno zapatista sulle montagne». Questi è Marcos e questi è Frida. Lui… lei… loro sono semplicemente noi. E siamo noi in ogni (auto)ritratto della Kahlo, che la Quatrale ha ‘riscritto’, ridipinto per noi.

FridA(O)m, pertanto, non è una semplice mostra né una personale autoreferenziale; non è un semplice meeting né un happening; ma sarà l’incontro di artisti e intellettuali “in rivolta” – direbbe Camus –, la sinergia di “artivisti” uniti nella lotta e nella (R)Esistenza per l’emancipazione delle donne e di tutte le minoranze discriminate e oppresse; contro tutte le “camorre” che minacciano l’umanità. Domenica 29 maggio sarà una giornata di accoglienza e di libertà. In fondo, all’Officina delle Culture, come cantava Gaber, “libertà è [e sarà sempre] partecipazione”.