“SUPER STORE” Luca Lazzaruolo espone al Civico 23

Lo spazio Civico 23 a Salerno, presenta una video installazione dal titolo SUPER STORE dell’artista e filmmaker Luca Lazzaruolo

Il riferimento, oggetto dell’installazione, è all’origine del pensiero del filosofo antropologo Marc Augè, recentemente scomparso, a cui Lazzaruolo sembra essere legato da una analoga esigenza di identificazione sociale di quei luoghi in cui lo spazio e il tempo vengono inesorabilmente dilatati o, quanto meno, alterati. Lo stesso artista ne dà conferma quando dichiara: Al di là del processo personale che viene attuato per arrivare a determinate scelte sia teoriche che tecniche, la mia base di partenza è sempre univoca: discutere del luogo. Cerco di proporre interventi che possano essere specchio del luogo in cui vengono svolti o comunque che vi siano coerentemente connessi. Le opere da teca, quelle che possono essere riproposte in più luoghi, non mi mettono a mio agio.

Non a caso l’opera interattiva di Luca cerca, a suo modo, di celebrare, reinterpretare, il concetto di Non Luogo, termine coniato dallo stesso Augè. Un Non luogo, nato per effetto della globalizzazione, e che determina una Surmodernità, ovvero una ulteriore evoluzione (o involuzione?) rispetto al post moderno.

Lazzaruolo ci suggerisce in modo chiaro ed esaustivo come intende articolare il suo lavoro all’interno della galleria: Non potendo trasformare fisicamente il Civico23 in un centro commerciale, ho lavorato come mio solito attraverso le immagini. Se il non-luogo sarebbe divenuto l’immagine di un centro commerciale, la fruizione sociale poteva essere rappresentata attraverso le ombre. La proiezione SuperStore, non a caso, è stata posizionata in maniera scomoda, in modo da sfruttare il passaggio di persone, il fruire delle persone del luogo, generando ombre e movimento davanti al proiettore. Il centro commerciale presentato, viene così contaminato dalle ombre di un’attività sociale che non gli appartiene in quelle immagini, che non è contemplata insomma. Una piega inaspettata dunque, non nel racconto o nella narrazione, ma nella fruizione stessa dell’opera e dello spazio rappresentato.

L’installazione è fruibile dal martedì al sabato dalle 18 alle 20

Angelo D’Amato